Bernini, 120 disegni in mostra a Roma
Roma 11 marzo. Il preziosissimo fondo della regina Cristina di Svezia, per 300 anni lontano da Roma, a Lipsia, torna nella capitale in una splendida selezione di disegni che raccontano il genio di Gian Lorenzo Bernini, creatore del Barocco romano ed europeo. Dall’11 marzo al 24 maggio a Palazzo Barberini sono allestite 120 opere di straordinario interesse, grazie alle quali e’ possibile ricostruire la lunga carriera del maestro seicentesco che privilegiava il disegno per approfondire la sua arte insuperata. E’ il genio che ha cambiato il volto di Roma, ha detto Daniela Porro alla sua ultima uscita come Soprintendente del Polo museale romano che ha ricordato come l’opera del Bernini sia tornata alla ribalta, purtroppo, per l’atto vandalico che ha gravemente danneggiato la Fontana della Barcaccia di Piazza del Popolo. La mostra ‘Il laboratorio del genio. Bernini disegnatore’ rappresenta quindi una sorta di risarcimento, hanno aggiunto Jeanette Stoschek, Sebastian Schutze, Giovanni Morello, curatori di una rassegna che ha gia’ avuto un’edizione a Lipsia.
Il cospicuo fondo di disegni e’ infatti custodito al Museum der bildenden Kunste della citta’ tedesca, dove i volumi contenenti i capolavori grafici di Bernini, Salvator Rosa e artisti barocchi arrivarono nel 1713. Come e’ stato dimostrato da studi recenti, la raccolta di disegni era di proprieta’ della regina Cristina e venne venduta dall’antiquario romano Francesco Antonio Renzi (in parte) alle autorita’ di Lipsia, all’epoca forse il principale centro europeo per la produzione di libri. Rimasti nei depositi per secoli, i disegni riemersero nel 1914, ma per uno studio sistematico sui loro contenuti si e’ dovuto aspettare il 1960. Ecco quindi che la selezione messa a punto dai curatori per la mostra romana e’ finalizzata a illustrare la grandezza di Bernini che per tutta la vita si e’ cimentato nella tecnica del disegno. “I disegni come opere d’arte e non quali mezzo per ideare le famose architetture”, ha detto la Porro, mentre Schutze ha evidenziato la varieta’ di generi affrontate dal padre del Barocco attraverso la grafica.
Il percorso espositivo si apre infatti con una meravigliosa carrellata di ritratti, spesso di personaggi ignoti, a volte schizzi, a volte opere complete che “rendono tangibile il personaggio”. Tanto che fu proprio con un disegno di San Paolo che papa Paolo scopri’ il genio del giovane Gian Lorenzo e non se lo lascio’ scappare. E se non mancano le bellissime caricature (di Scipione Borghese o di cardinali francesi), sono straordinari i disegni cosiddetti autonomi, momenti di riflessione del maestro in gran parte di carattere religioso. Nel percorso ci sono l’unico lavoro rimasto ispirato all’antico, uno splendido torso del Laocoonte ritratto nel Belvedere del Vaticano, come gli studi per San Girolamo, nonche’ i progetti scultorei (l’Estasi di Santa Teresa) e quelli architettonici (la Basilica di San Pietro, ma anche la Fontana dei Quattro Fiumi a Piazza Navona, l’elefante di Piazza della Minerva, la Cappella Chigi a Santa Maria del Popolo). La mostra si conclude con gli schizzi di bellissimi arredi, fra cui spiccano lo specchio per Cristina di Svezia e le macchine pirotecniche per l’Infanta di Spagna. ( fonte agenzia Ansa)