Seravezza riscopre l’arte e i colori di Mario Puccini il Van Gogh italiano

11 Lug 2015 Stampa

Seravezza – Si è aperta oggi nelle sale del Palazzo Mediceo di Seravezza in Versilia (Lu), la mostra “Mario Puccini. La passione del colore da Fattori al Novecento (1869 – 1920)” curata da Nadia Marchioni ed Elisabetta Palminteri, promossa e organizzata dalla Fondazione Terre Medicee, Comune di Seravezza e la collaborazione con l’Istituto Matteucci di Viareggio, e che rimarrà aperta fino al 2 novembre.  Una mostra straordinaria ( scarica qui le immagini) che getta una nuova luce su un artista italiano fino adesso ingiustamente poco considerato, il livornese Mario Puccini (Livorno 1869 – Firenze 1920).  Sono passati quasi cinquant’anni dall’ultima mostra di Puccini definito a suo tempo il “Van Gogh italiano”, ed ora finalmente si offre l’occasione di riscoprire questo pittore attraverso un progetto espositivo inedito di quasi 100 opere che consentirà di ammirare le sue maggiori opere nel contesto del panorama figurativo della Toscana fra la fine dell’Ottocento ed i primi due decenni del Novecento, precocemente aggiornato sulle novità europee.

I dipinti di Puccini saranno dunque affiancati da opere di pittori come Giovanni Bartolena, Giovanni Fattori, Oscar Ghiglia, Silvestro Lega, Ulvi Liegi, Llewelyn Lloyd, Guglielmo Micheli, Alfredo Müller, Plinio Nomellini che, in modi diversi, contribuirono alla formazione ed all’affermazione della sua pittura nel panorama artistico contemporaneo. La comune matrice fattoriana dalla quale si sviluppa, in differenti direzioni, l’opera degli artisti citati, è particolarmente riconoscibile nell’opera di Puccini (che, negli anni della piena maturità, continuerà a considerare Fattori come il proprio “maestro”) e sarà evidenziata in mostra attraverso puntuali confronti.   Da qui Puccini partirà, dai primi anni del Novecento, per una ricerca verso un impiego del colore che sfocerà in una interpretazione del tutto personale, consentanea agli sviluppi di alcune tendenze pittoriche europee di quegli anni.

L’inedita accensione cromatica e la vigorosa pennellata dei suoi dipinti hanno contribuito, assieme alla malattia mentale, per la quale l’artista fu recluso in manicomio per oltre quattro anni dal 1894 al 1898, a suggerire, già nei contemporanei, il legame fra la pittura di Puccini e quella di Van Gogh, la cui opera poté ammirare, assieme a quella di Cézanne, nella celebre collezione fiorentina di Gustavo Sforni, con il quale entrò in contatto nel 1911. Fu proprio da questo momento che la sua carriera artistica fiorì in una “esplosione di colore” grazie allo stesso Sforni (che possedeva sessanta dipinti di Puccini), a Mario Galli ed altri collezionisti che presero ad acquistare e commissionare dipinti. Ad una precisa committenza sembra, ad esempio, riferirsi un dipinto del quale l’artista scrive in una lettera da Seravezza all’amico Galli; questo do  cumento conferma, assieme ad un buon numero di disegni ed olii, l’interesse di Puccini per il territorio apuo-versiliese, dove soggiornò a più riprese e, certamente, nell’autunno del 1914, riportando numerosi studi per la realizzazione dell’opera citata nella missiva.

Il percorso espositivo si sviluppa in cinque sezioni, la prima delle quali dedicata all’universo artistico di Puccini, evocando con dipinti e ritratti le figure del maestro Fattori (di cui si espone la celebre tela proveniente da una prestigiosa collezione privata “Il Pio Bove”, a fianco del monumentale “Bovi al pascolo”, della Collezione Ente Cassa di Risparmi di Firenze), degli amici pittori, dei collezionisti e mercanti che entrarono a far parte della sua solitaria esistenza. La seconda sezione è dedicata agli autoritratti di Puccini ed ai suoi esordi pittorici, rappresentati esclusivamente da intensi ritratti fondati sul magistero di Lega, con il quale si propongono inediti confronti di opere provenienti da esclusive collezioni private ed esposte al pubblico per la prima volta in questa occasione.  Un intermezzo documentario, grazie al quale sarà possibile evocare, attraverso fotografie d’epoca e documenti originali, i quattro lunghi anni di isolamento di Puccini presso gli ospedali di Livorno e Siena, introduce alla terza vasta sezione che raccoglie i capolavori della maturità dell’artista, riuniti per soggetto e genere: marine, campagne, scene di vita quotidiana, nature morte sveleranno la singolarità e la potenza del linguaggio pittorico pucciniano, mentre i suoi straordinari disegni segneranno le varie tappe del percorso espositivo.

La mostra si conclude con una sala dedicata alla rievocazione degli ambienti del livornese Caffè Bardi, dal 1909 luogo di ritrovo degli artisti toscani come già lo era stato per la generazione dei macchiaioli il Caffè Michelangiolo a Firenze; qui saranno riunite le decorazioni commissionate dal proprietario ai diversi pittori, grandi tele e disegni fra cui spicca “Il Lazzaretto di Livorno” di Puccini, che torna finalmente, dopo molti anni, a mostrarsi al pubblico nel suo incantevole splendore cromatico. La mostra è corredata da un prestigioso catalogo a cura di Nadia Marchioni e Elisabetta Palminteri, edito da Maschietto Editore www.maschiettoeditore.com Firenze,   176 pagine, costo 25 euro.

“Questa mostra corona il nostro sforzo che da anni stiamo portando avanti per lasciare una segno culturale importante – ha detto Ettore Neri sindaco di Seravezza – questa volta riscoprendo un grande pittore come Mario Puccini. Si tratta di un progetto che ci ha stimolati e interessati fin da subito corredato da un catalogo prestigioso edito da Maschietto editore di Firenze. E tutto questo – prosegue Neri –  viene fatto da un comune non grande come il nostro e che ogni anno incontra sempre maggiori difficoltà per organizzare eventi culturali di così alto livello. Una volontà che per proseguire ha bisogno di essere sostenuta un po’ da parte di tutti”. “Quello che ci ha appassionato di Mario Puccini – hanno spiegato le due curatrici Nadia Marchioni ed Elisabetta Palminteri – è la storia poco conosciuta di questo grande artista ma anche toccante da un punto di vista umano. Quello che colpisce poi è che dopo una sua prima fase pittorica “primitiva”, dopo l’esperienza in manicomio si assiste ad una vera e propria esplosione del colore. Noi abbiamo cercato di ricomporre, con una nutrita selezione di opere, tutto il contesto che gravitava intorno a Puccini oltre alle sue opere. Dipinti – hanno aggiunto le due curatrici – che se ad un primo sguardo appaiono di una superficialità omogenea, ad uno sguardo più attento si comprende tutto il valore di questo artista fino adesso ingiustamente poco considerato e così vicino ai contesti europei dell’epoca”.

La mostra “Mario Puccini.  La passione del colore da Fattori al Novecento (1869 – 1920)”, sarà aperta da sabato 11 luglio al 2 novembre nel Palazzo Mediceo di Seravezza, Patrimonio Mondiale Unesco,  Viale L. Amadei, 230 con i seguenti orari: dall’11 luglio fino al 6 settembre tutti i giorni dalle 17 alle ore 24, sabato e domenica 10-30 – 12.30 e 17 – 24. Dal 7 settembre al 2 novembre dal giovedì al sabato dalle ore 15 alle 20, domenica dalle 10.30 alle ore 20. Costo del biglietto 6 euro intero, 4 ridotto. Informazioni: Fondazione Terre Medicee tel. 0584.757443, sito web: www.palazzomediceo.it  e-mail: info@palazzomediceo.it

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