Le foto di Scianna, memoria e viaggio nel caos della vita
Oltre 180 fotografie in bianco e nero, di diversi formati, che attraversano l’intera carriera del fotografo siciliano Ferdinando Scianna e si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo grazie ad una mostra alla Gam di Palermo aperta dal 21 febbraio al 28 settembre 2019. In un Teatro Santa Cecilia stracolmo, a Palermo, ha parlato del suo rapporto con la fotografia, che e’ stata anche la sua vita perche’, ha detto, “in ogni fotografia che ho realizzato, io c’ero”. Curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, quest’ultimo anche art director, la grande esposizione antologica e’ organizzata da Civita e promossa dall’assessorato alla Cultura della Citta’ di Palermo e dalla Galleria d’arte moderna. Ferdinando Scianna e’ uno dei maestri della fotografia non solo italiana. Ha iniziato ad appassionarsi a questo linguaggio negli anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualita’, la guerra, il viaggio, la religiosita’ popolare – tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.
In oltre 50 anni di racconti non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose – esordio della sua carriera – all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce&Gabbana e Marpessa. Poi i reportage (fa parte dell’agenzia foto giornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose e infine i ritratti dei suoi grandi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Leonardo Sciascia, Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges, solo per citarne alcuni. “Una grande mostra antologica come questa di Palermo, a settantacinque anni”, dice Scianna, “e’ per un fotografo un complesso, affascinante e forse anche arbitrario viaggio nei cinquant’anni del proprio lavoro e nella memoria. Ecco gia’ due parole chiave di questa mostra e del libro che l’accompagna: Memoria e Viaggio.
La terza, fondamentale, e’ Racconto”. Ferdinando Scianna del suo lavoro scrive: “Come fotografo mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale e’ quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realta’ legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”.