La bellezza femminile secondo il Liberty
Forlì 31 gennaio – Dal 1 febbraio al 15 giugno le sale dei Musei di San Domenico a Forlì ospitano la mostra “Liberty. Uno stile per l’Italia moderna”, dedicata al Liberty l’ultimo linguaggio universale, stile di bellezza e gioia di vivere ideato tra ‘800 e ‘900 da una classe borghese mai come allora sotto attacco da parte delle ideologie, capace di creare un nuovo immaginario della figura femminile, protagonista e dominatrice. Curata da Fernando Mazzocca, coadiuvato da Maria Flora Giubilei e Alessandra Tiddia, e realizzata dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico.
Esposte 350 opere tra arredi, manifesti, ceramiche, sculture, ma soprattutto dipinti di celebrati maestri quali Burne-Jones, Klimt, Boldini, Casorati, Segantini, Previati, Chini, Sartorio, straordinarie riscoperte come il faentino Domenico Beccarini. La rassegna parte da quelle eccellenze artistiche fiorite a fine ‘800 in Emilia Romagna e rivelatisi poi basilari per lo sviluppo del nuovo stile su tutto il territorio nazionale, per poi estendere la propria analisi a livello nazionale e internazionale. Chiamato Art Nouveau in Francia, Jugendstil nella Mitteleuropa e Modern Style nel Regno Unito, il linguaggio che si afferma negli ultimi decenni del XIX secolo e’ uno stile unificato, in grado di collegare tra di loro le espressioni artistiche più diverse, da quelle applicate all’architettura, dalla letteratura alla musica alla danza, conquistando infine, e con esiti altissimi, pittura e scultura.
Tra le opere esposte “La principessa Sabra”, capolavoro di Burne-Jones prestato da Museo d’Orsay, proprio a sottolineare quanto le suggestioni preraffaellite influenzarono l’esplosione pittorica dei decenni successivi. La mostra punta sulla documentazione dei grandi eventi delle Esposizioni Internazionali a Torino e a Milano, delle prime e significative edizioni della Biennale di Venezia appunto per raccontare come il nuovo stile Liberty, flessuoso e floreale, si espandesse in ogni campo. Con il sogno dichiarato di far rivivere nell’epoca moderna l’antico splendore della Rinascenza, attingendo al segno scultoreo di un Michelangelo o alla stilizzazione simbolica del Botticelli. Ecco dunque i bellissimi bozzetti di Bistolfi per Torino, i fregi monumentali di Sartorio per la Biennale (che tanto guardano al Buonarroti) e quelli di Chini.
Al centro una figura femminile completamente trasformata rispetto al passato, cui la rassegna dedica un’intera sezione. Le sue forme rimbalzano nei bronzi e nelle ceramiche, nei vetri decorati, negli elementi architettonici. Un nuovo ruolo che prende vigore in splendidi dipinti, come i meravigliosi ritratti di Boldini, in particolare “I coniugi Lidyg”, in cui il pittore della ricca società internazionale immortala una “serpentiforme” signora vestita di raso lucente. A fianco, l’uomo elegantissimo e compito, ma soprattutto “letteralmente “perduto dietro di lei.